Fratture e lussazioni

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Sono diversi i traumi che il nostro corpo può subire in seguito, per esempio, a una caduta o a un movimento sbagliato. La lussazione interessa soprattutto la spalla ed è la fuoriuscita della testa dell'omero dalla cavità glenoide, ossia quella rientranza ossea in cui questa parte è alloggiata. La spalla può assumere una posizione innaturale e il dolore può essere più o meno intenso. Si tratta della rottura di un osso, che spesso viene provocata da una caduta. La frattura è la rottura di un osso, spesso provocata da una caduta.

Si tratta della rottura di un osso, che spesso viene provocata da una caduta. Le ossa sono sempre collegate a vasi sanguigni, nervi, organi interni, quindi le fratture devono essere sempre trattate con cura facendo attenzione ad evitare movimenti inutili. I sintomi più comuni sono: un forte dolore nel punto della lesione che aumenta con il movimento (spesso si avverte il rumore dell'osso che si è rotto), il punto della rottura appare gonfio e arrossato, l'arto lesionato appare deformato se paragonato all'altro arto.

Fattori di rischio

Conoscere i fattori di rischio che possono portare alle fratture significa ridurre la loro incidenza. Le fratture vertebrali sono spesso spontanee o dovute allo sforzo sostenuto nel sollevare un peso; le fratture del femore, dell'omero o del polso, invece, sono conseguenti a una caduta. I fattori di rischio si distinguono, generalmente, in:

  • ambientali: superfici scivolose, imperfette o instabili, mobili troppo alti che comportano il dover salire su scale o sedie, scale non fornite di corrimano o con gradini di diverse dimensioni, e qualsiasi altra situazione in cui aumenta il rischio di cadere o di un trauma fisico.
  • clinici: dovuti alla presenza di malattie concomitanti che compromettono la stabilità e l'equilibrio, favorendo le cadute, come l’artrosi o l’artrite reumatoide, disturbi del ritmo cardiaco, improvviso calo della pressione arteriosa, scarsa coordinazione dei movimenti e in generale situazioni di alterazione dell'equilibrio.

Tipi di frattura

La frattura si definisce:

  • composta, quando due o più frammenti di osso a livello dell'interruzione rimangono nella posizione anatomica (questo tipo di frattura può non essere del tutto evidente all'esame radiografico)
  • scomposta, quando i monconi o i frammenti sono spostati rispetto alla pozione anatomica (è in genere visibile una deformazione dell'osso)
  • esposta, quando anche la cute è stata lacerata e la lesione è quindi esposta all'aria, con rischio di infezioni.

Cosa fare

Se la frattura è esposta (cioè le estremità dell'osso lacerano la pelle), il primo intervento consiste nel controllo dell'emorragia In generale, è bene chiamare un'ambulanza. In questo caso non fate nulla, evitate di muovere l'infortunato e limitatevi a rendere l'attesa più confortevole, per esempio coprendolo con una coperta. Se l'infortunato non ha perso conoscenza, non accusa dolori al collo o alla colonna vertebrale ed il polso e la respirazione sono buoni, si può trasportarlo in ospedale con i propri mezzi: in quest'ultimo caso è bene cercare di immobilizzare l'osso del quale si sospetta la frattura.

Cosa non fare

 In caso di fratture è bene seguire alcune regole: 

  • evitare nel modo più assoluto massaggi più o meno energici della parte colpita, così come qualsiasi manovra atta a "rimettere a posto" l'osso spostato
  • evitare di togliere gli indumenti a meno che non stringano eccessivamente o ci sia un'emorragia per una frattura esposta; in tal caso è preferibile tagliarli
  • non muovere mai un infortunato del quale si sospetti la frattura della colonna vertebrale poiché il minimo movimento, danneggiando il midollo spinale, potrebbe avere conseguenze disastrose. 

Come immobilizzare un osso fratturato 

  • La fasciatura non deve mai avvolgere il punto della lesione ma deve sempre essere applicata al di sopra e al di sotto della stessa, perché il gonfiore dovuto al trauma potrebbe ostacolare la circolazione
  • Applicate prima la fascia al di sopra della lesione e poi quella al di sotto: ciò favorisce il corretto posizionamento dell'arto
  • Se utilizzate una stecca, tra l'arto lesionato e il supporto, inserite qualcosa che serva da imbottitura
  • La fasciatura deve essere sufficientemente stretta da impedire il movimento ma non troppo da impedire la circolazione
  • Controllate sempre il colore delle unghie: se tende a diventare bluastro sarà necessario allentare la fasciatura 

Trattamento
La terapia è conservativa (gessi) nella maggior parte delle fratture composte mentre è chirurgica in quelle scomposte e/o esposte. Queste ultime, conducono spesso alle infezioni per contaminazione batterica, nonostante si intervenga correttamente. Le fratture guariscono in genere in circa 30 giorni nei segmenti di modeste dimensioni ed in 3-6 mesi nelle ossa lunghe degli arti. 

La lussazione è una perdita permanente del contatto tra le superfici articolari delle ossa che segue un trauma o un'esagerata forzatura dei movimenti. Interessa soprattutto la spalla (raramente l'anca), che può assumere una posizione innaturale provocando un dolore più o meno intenso. Si accompagna a lacerazioni più o meno estese della capsula articolare e dei legamenti. La forza che provoca la lussazione può essere diretta o indiretta: 

  • diretta, quando la forza traumatizzante agisce su uno dei capi articolari, mentre l'altro rimane fisso
  • indiretta, quando la forza traumatizzante agisce a distanza e si trasmette all'articolazione con un meccanismo in cui l'arto agisce da leva.

Le lussazioni si possono associare a fratture delle terminazioni ossee. Oltre alla spalla possono essere interessate da lussazioni il gomito, il collo del piede e il ginocchio. I sintomi più comuni di una lussazione sono il dolore fortissimo al momento del trauma, che aumenta con i tentativi di movimento, e la deformità del profilo articolare, dovuta allo spostamento dei due estremi ossei e al versamento di sangue.


Cosa fare

La prima cosa da fare in caso di lussazione è sostenere (tenere alzato) e immobilizzare l'arto leso, per evitare un accumulo di sangue. Si può poi applicare un impacco freddo per limitare l'ematoma e praticare una fasciatura non rigida. La riduzione (sistemazione) della lussazione, però, deve essere eseguita rigorosamente da personale esperto, che, con opportune manovre, farà slittare di nuovo le ossa nella posizione corretta. Nel caso di lussazione della spalla, che a volte si può ripresentare, l'infortunato può in certi casi indicare al soccorritore quali movimenti compiere per ridurre direttamente la lussazione.
È importante che la lussazione venga ridotta il più presto possibile: più tempo passa e più importanti diventano le alterazioni della capsula e le possibilità di complicazioni. Una volta risolta la lussazione, è consigliato di evitare sforzi per almeno due settimane e di massaggiare il muscolo prima di un'attività fisica.