Come trattare ferite ed escoriazioni?
La ferita è una lacerazione della cute provocata da un trauma e che può essere superficiale, profonda(se vengono coinvolti anche gli strati sottostanti) oppure penetrante (se risultano danneggiati anche degli organi interni). Le ferite vengono distinte in ferite da taglio, ferite lacero-contuse e ferite da punta in base alla causa che le ha provocate e che ne determina l'aspetto: ad esempio i margini delle ferite da taglio appaiono netti mentre quelli delle ferite lacero-contuse sono sfrangiati ed irregolari.
L'escoriazione è una lesione più superficiale caratterizzata dalla perdita degli strati più superficiali della pelle, una sorta di spellatura, causata da sfregamenti ed urti contro superfici ruvide.
Trattamento
Le ferite e le escoriazioni provocano un immediato sanguinamento che in caso di piccoli traumi non dura più di qualche minuto ma soprattutto sottopongono l'organismo al rischio di infezione. La pelle infatti rappresenta una vera e propria barriera difensiva contro i microrganismi: le lesioni che interrompono l'integrità della pelle consentono ai microbi presenti nell'ambiente (ad esempio nella terra sulla quale si cade o sull'oggetto che ci ha ferito) o anche a quelli che sono abitualmente presenti sulla nostra cute di penetrare liberamente nel nostro organismo e di attaccare il nostro sistema immunitario con conseguenze che possono essere anche molto serie.
I piccoli tagli e le escoriazioni leggere possono essere curate in casa mentre in caso di ferita profonda è opportuno rivolgersi al medico o ricorrere al pronto soccorso.
Medicare una ferita vuol dire prima di tutto procedere ad una pulizia accurata della lesione e della zona circostante che può essere effettuata utilizzando acqua corrente fredda e, se lo abbiamo a disposizione, del sapone. Per allontanare eventuali tracce di terra, polvere, frammenti o spine si può dirigere sulla lesione un getto violento di acqua oppure utilizzare pinzette o aghi precedentemente sterilizzati sul fornello di casa oppure se siamo all'aperto alla fiamma di un accendino. Nelle operazioni di pulizia è meglio aiutarsi, se necessario, con garze sterili evitando di usare il cotone idrofilo che potrebbe lasciare nella ferita fili o piccoli frammenti.
Dopo il lavaggio della ferita e della zona circostante si procede alla disinfezione. A questo scopo si può utilizzare uno dei numerosi disinfettanti disponibili in commercio, non alcolici e che contengono sostanze quali lo iodio o il cloro o l'acqua ossigenata; è bene tenere presente che un disinfettante non ancora scaduto ma aperto da molto tempo potrebbe avere perso la sua efficacia. Una volta che il disinfettante si è asciugato si può coprire la ferita, a scopo protettivo, con garze e cerotti.
È importante seguire per qualche giorno il decorso della ferita: se la lesione non guarisce, se appare arrossamento, gonfiore, calore nella zona circostante la lesione, se si sente dolore o bruciore con molta probabilità c'è un'infezione ed a questo punto si rende necessario rivolgersi al medico che prescriverà la terapia specifica più idonea che potrebbe anche includere la somministrazione di antibiotici.
Raccomandazione
Tra le infezioni che si possono trasmettere attraverso le lesioni cutanee c'è il tetano, malattia causata dalla tossina di un batterio (Chlostridium tetani) che è estremamente tossica per il sistema nervoso. Se il soggetto ferito non è regolarmente vaccinato è consigliabile consultare tempestivamente un medico affinché il paziente possa eventualmente essere sottoposto al trattamento antitetanico entro le 24 ore, soprattutto nei casi di ferite profonde o di lesioni provocate da oggetti sporchi ed arrugginiti.