Morsi di animali e punture d'insetto
Un morso di un animale "estraneo", per esempio quello di un cane o di un criceto, non dovrebbe essere mai trascurato in quanto potrebbe essere responsabile insieme alla ferita anche di severe infezioni (rabbia, tetano ed altre malattie virali). La cura immediata del morso (o del graffio) di un animale, quindi, deve essere la pulizia della ferita il più possibile. La parte colpita deve essere lavata con acqua, insaponata più volte, sciacquata abbondantemente e disinfettata con acqua ossigenata: va poi protetta con una garza sterile. La persona dovrà poi recarsi al Pronto Soccorso, dove eventualmente verrà effettuata la vaccinazione antitetanica e/o quella antirabbica. La puntura d'insetto può essere pericolosa solo se colpisce particolari zone del corpo (occhi, labbra e in generale il viso, la lingua e la gola), oppure se ad essere punto è un bambino molto piccolo o se la persona soffre di forme allergiche (in questo caso esiste il rischio di shock anafilattico). Una volta punti, la prima cosa da fare è rimuovere il pungiglione eventualmente conficcato nella pelle: l'operazione deve essere effettuata servendosi di una pinzetta. Dopo aver disinfettato la puntura con acqua ossigenata si deve passare sopra un batuffolo con ammoniaca (disattiva il veleno) e poi applicarvi un cubetto di ghiaccio (rallenta l'assorbimento). Se, nonostante queste cure, la zona colpita rimane gonfia e dolente è necessario rivolgersi al medico.
Morsi di serpenti
L'identificazione dell'animale è fondamentale per stabilire se si tratta di una specie velenosa o meno, ed in caso affermativo per attuare il trattamento più idoneo. Se il serpente viene ucciso, è estremamente utile portarlo insieme all'infortunato all'ospedale. In Italia, l'unico serpente velenoso è la vipera, che si trova soprattutto in zone sassose e aride. Non attacca l'uomo, ma morde per difendersi. L'effetto del veleno è più o meno grave a seconda del punto nel quale viene iniettato: poco pericoloso se il morso interessa zone di tessuto grasso o muscolare, molto pericoloso se viene iniettato direttamente nei vasi sanguigni.
Sintomi
Cosa accade nel momento in cui veniamo morsi dalla vipera? Prima di tutto una sensazione di puntura improvvisa seguita dalla fuoriuscita (dai due fori originatisi dal morso) di una sierosità sanguigna; attorno al morso, poi, si instaura un edema duro e dolente di colore rosso-bluastro con ecchimosi.
Dopo 1-6 ore circa, l'edema si estende a tutto l'arto colpito con formazione di chiazze cianotiche.
Infine, entro 12 ore, si avvertono i seguenti sintomi:
- tumefazione e dolorabilità dei linfonodi in prossimità del morso
- secchezza della bocca e sete intensa
- vomito e diarrea
- crampi muscolari
- pallore progressivo, vertigini, angoscia e mal di testa
- caduta della pressione sanguigna.
Cosa fare
Per un primo soccorso dell'infortunato morso da una vipera sarà bene:
- applicare un laccio emostatico (o in mancanza di questo un fazzoletto, una cintura o simili) tre cm circa al di sopra del morso per evitare che il veleno si propaghi
- lavare e disinfettare la ferita
- incidere la cute eseguendo un taglio che unisca i due fori di ingresso, quindi un altro taglio perpendicolare al primo nel suo punto di mezzo; fate attenzione a non ledere vasi sanguigni, nervi o tendini
- spremete con forza la ferita, ma non succhiarla assolutamente: per la presenza nella bocca di piccole ferite o ulcerazioni, tale operazione potrebbe essere pericolosa per il soccorritore stesso
- mantenere il paziente disteso e immobile e cercare di tranquillizzarlo
- l'iniezione del siero antivipera deve essere fatto solo dal medico, in quanto la persona potrebbe essere allergica a questa sostanza.
La persona deve essere accompagnata il prima possibile al Pronto Soccorso, evitando affaticamenti. È meglio trasportarlo a braccia o in barella fino all'automobile, perché il moto mette maggiormente in circolazione il sangue e diffonde con più velocità il veleno. Non lasciatevi mai prendere dal panico: prima che il morso di vipera produca effetti seri devono passare almeno due ore.
La vipera e le serpi innocue
Osservando l'aspetto del rettile è possibile distinguere una vipera da una serpe innocua.
La vipera ha una testa triangolare, il capo è distinto dal corpo, la coda è tozza e tronca, la pupilla è a fessura.
Nelle serpi innocue, invece, la testa è ovale, il capo non è distinto dal corpo, la coda è lunga e appuntita, la pupilla è rotonda.
Anche il morso è diverso: quello di una vipera è caratterizzato dal segno lasciato sulla pelle dai due denti attraverso i quali viene iniettato il veleno. Il morso di una serpe innocua, invece, è costituito da diverse punture superficiali disposte su uno o due archi ed è caratterizzato da un modesto dolore che passa rapidamente senza altri segni. Fate comunque attenzione, nel morso di una serpe innocua, alle possibili infezioni locali. Morsi di animali Possono causare profonde lacerazioni che facilmente si infettano: per questo il morso di un animale che non si conosce (un cane, un gatto, un criceto o altro) non va né trascurato né sottovalutato. Accanto alla ferita, esiste, infatti, il pericolo di contrarre alcune infezioni, come la rabbia e il tetano. Il virus della rabbia, per esempio, infetta e viene trasmesso con la saliva dei mammiferi. I canidi (cane e volpe), in particolare, sono suscettibili all'infezione.
Cosa fare
Quando si è morsi da un animale è bene seguire alcuni consigli per evitare complicazioni inutili:
- la cura immediata deve essere la pulizia attenta della ferita, che dovrà essere lavata con acqua, insaponata, sciacquata abbondantemente, disinfettata accuratamente con acqua ossigenata e tintura di iodio e protetta con una garza sterile
- sospettate sempre una possibile infezione rabbica e recatevi al più vicino servizio antirabbico, se possibile portando con voi l'animale (l'animale potrebbe essere stato infettato ma non presentare ancora alcun sintomo, perché la malattia si manifesta dopo un periodo di incubazione variabile tra i 6 e i 20 giorni)
- recarsi possibilmente in un ambulatorio o al Pronto Soccorso, dove eventualmente verrà effettuata la vaccinazione antitetanica.
Punture d'insetto
La maggior parte dei morsi e delle punture d'insetti si risolvono senza conseguenze, soprattutto in Italia, dove le specie presenti non sono pericolose. Tuttavia, la puntura di api, vespe e ragni può essere pericolosa per coloro che risultino allergici al veleno di questi animali o nel caso che un individuo sia stato punto contemporaneamente da molti insetti. Particolare attenzione va fatta per le punture in bocca o in gola perché il rigonfiamento che ne deriva potrebbe ostruire le vie aeree.
Cosa fare
Per prima cosa, se nella pelle è rimasto il pungiglione è necessario rimuoverlo con delle pinzette: una manovra che deve essere eseguita con molta cautela in quanto schiacciando il pungiglione si può involontariamente iniettare altro veleno in esso contenuto.
Dopo aver disinfettato la puntura con acqua ossigenata si deve passare sopra un batuffolo di ovatta imbevuto di ammoniaca (disattiva il veleno) e poi applicarvi un impacco freddo o, ancora meglio, un cubetto di ghiaccio (rallenta l'assorbimento); infine va applicata una pomata antistaminica.
Se la persona è stata punta in bocca è necessario farle fare dei gargarismi con acqua fredda salata (due cucchiaini di sale fino per bicchiere d'acqua). Per attenuare il dolore si può mettere in bocca un cubetto di ghiaccio. Un vecchio rimedio popolare era quello di cospargere il punto colpito di urina (che contiene ammoniaca): in situazioni d'emergenza può essere una misura utile.
Se, nonostante questi trattamenti, la zona colpita rimane gonfia e dolente è necessario rivolgersi al medico.
Nel caso la puntura d'insetto dovesse dare luogo a una reazione allergica (shock anafilattico), è bene chiamare subito l'ambulanza. I sintomi dello stato di shock sono: pallore, sudorazione, con sensazione di vertigine, tosse, difficoltà respiratorie, debolezza, perdita di conoscenza, gonfiore intorno alle labbra e agli occhi. In attesa che arrivi il soccorso l'infortunato va fatto sdraiare e la respirazione va tenuta costantemente sotto controllo perché potrebbe esserci bisogno della respirazione artificiale.
Scorpioni
Le specie di scorpione sono numerosissime (alcune sono diffuse anche in Italia) e la loro tossicità varia molto. La puntura di uno scorpione è comunque dolorosa e comporta speso un accesso febbrile. Ma alcune specie - diffuse in un ambiente desertico - sono particolarmente velenose. La specie più diffusa in Nord-Africa è lo Androctonus amoreuxi, di colore giallastro e lungo fino a 12 cm. Altre specie ben presenti sono lo scorpione nero e il velenosissimo Androctonus australis, sempre di colore giallastro ma con le due pinze e gli ultimi anelli della coda scuri: la sua puntura richiede la somministrazione immediata dell'antidoto. Il problema, però, è che i sieri contro le punture degli scorpioni sono generalmente specifici alla specie e reperibili quindi solo sul posto.
Quindi, come consiglio generale, la prima cosa da fare è "prevenire": nel caso di un'escursione non sollevate né spostate pietre con le mani, ma ispezionate con cura il terreno prima di piantare un eventuale campo, tenendo presente che gli scorpioni fanno la tana di preferenza sotto i sassi o nella sabbia dura.
Malattie trasmesse dagli animali
Gli insetti che si nutrono di sangue, gli ematofagi, rappresentano un pericolo soprattutto per via delle malattie che possono trasmettere. Quest'ultime sono diffuse particolarmente nelle zone tropicali e subtropicali. Per minimizzare il rischio di contrarle è opportuno adottare alcune precauzioni essenziali:
- dormire in camere con aria condizionata o con le finestre protette da reti antizanzare; se perfettamente ermetiche, la protezione ideale sono le zanzariere applicate al letto
- all'aperto utilizzare vestiti in grado di proteggere tutto il corpo: pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe, preferibilmente chiari (sembra che i colori forti attirino gli insetti)
- applicare una sostanza repellente sulle parti del corpo che restano scoperte
- per fare campeggio scegliere sempre tende con la zanzariera incorporata
- preparare il campo lontano da fiumi o laghi.