Salute mentale dell'anziano
Il progressivo aumento della vita media ha portato alla ribalta le questioni inerenti alla qualità della vita, il benessere e l'assistenza delle persone anziane. Gli anni passano e accanto ad una maggiore saggezza ed esperienza arrivano alcuni problemi e malattie. Ma che cos'è l'invecchiamento? Cosa ci fa guadagnare? E cosa ci fa perdere? Le scienze biologiche descrivono l'inizio dell'invecchiamento nelle specie animali e nell'uomo come il periodo in cui si perdono le capacità riproduttive, si va incontro alla progressiva e irreversibile alterazione dei tessuti dell'organismo e al rallentamento delle funzioni col conseguente ammalarsi dell'individuo. Se da una parte l'invecchiamento è considerato impoverimento e perdita di alcune strutture e funzioni, dall'altra è anche conservazione e perfezionamento di altre. Possiamo dire che ogni persona, con il passare del tempo, va incontro a delle leggi naturali che governano i processi di invecchiamento, quali un deterioramento delle capacità di apprendere e memorizzare, ma anche la conservazione e l'affinamento di certi processi logici e concettuali. Al tempo stesso appaiono di grande rilevanza le variabili individuali, relative alle caratteristiche e alle esperienze di vita, che si evidenziano nella decadenza di quelle abilità meno utilizzate e nel consolidamento di quelle maggiormente esercitate.
Intelligenza
Le prime ricerche che hanno indagato la relazione tra intelligenza ed invecchiamento si sono servite dei dati provenienti dai test utilizzati durante la prima guerra mondiale negli Stati Uniti, per l'arruolamento delle reclute. Questi test furono somministrati su un grande numero di persone di età compresa tra i 18 e i 60 anni ed evidenziarono come fosse presente un declino delle capacità intellettive già a partire dai 30 anni. Un'ulteriore conferma a questa teoria veniva dal test d'intelligenza più diffuso: la scala WAIS. In questo test il quoziente intellettivo (QI), subiva un decremento graduale a partire dai 30 anni, per arrivare ad un decremento ancora più rapido dai 60 anni in poi. Tuttavia, subito emersero delle differenziazioni.
Il declino non procedeva, infatti, in modo indiscriminato, ma colpiva principalmente alcune abilità come:
- abilità di memoria
- capacità di attenzione
- agilità e capacità di riorganizzazione mentale
- pensiero logico-astratto
- rapidità psicomotoria
- capacità combinatoria.
Lasciandone, invece, altre praticamente costanti come:
- bagaglio culturale
- competenza linguistica
- capacità di orientarsi nei problemi della vita quotidiana.
La teorizzazione del declino globale ricevette molte critiche. Essa, infatti, non considerava il fondamentale "fattore istruzione", e non spiegava, nonostante le avesse individuate, le differenze nel declino.
Una teoria che ha cercato di spiegare le differenze e le caratteristiche del declino nell'invecchiamento è quella relativa all'intelligenza fluida e intelligenza cristallizzata. L'intelligenza fluida rispecchia le capacità di base e riguarda la velocità nel risolvere i problemi, e i processi di base nel trattare ed elaborare le informazioni. Con l'invecchiamento è l'intelligenza fluida a decadere. L'intelligenza cristallizzata è legata all'ambiente e dunque ai fattori sociali ed educativi. Essa cresce grazie all'esercizio e allo sviluppo dell'intelligenza fluida, ma rispetto a questa mantiene una certa stabilità col procedere del tempo.
Le ricerche longitudinali (che studiano gli individui nel corso del tempo) hanno messo in evidenza l'importanza della dotazione intellettuale di partenza. Questa influisce sia sul livello intellettuale in età avanzata, sia sul ritmo del declino. I soggetti più intelligenti mantengono alto il livello delle loro prestazioni intellettive e lo mantengono più a lungo.
Dunque si può dire che:
- si può osservare un declino in tutti gli individui, intorno ai 70 anni; per le abilità che richiedono velocità questo declino si manifesta anche prima
- esistono notevoli differenze intraindividuali: la stessa persona può conservare intatte, o addirittura veder migliorate alcune funzioni, laddove può evidenziarsi un declino in altre
- esistono notevoli differenze interindividuali: a parità di età le persone possono mostrarsi con differenti livelli di invecchiamento dovuti in gran parte alla loro storia e alle loro dotazioni individuali. Queste differenze tendono ad accentuarsi ulteriormente nel corso del tempo.
Invecchiamento
L'invecchiamento presenta ancora diversi elementi oscuri: è il risultato delle condizioni di vita o sottostà ad una programmazione genetica, dipendendo da una serie di errori di trascrizione delle informazioni genetiche del DNA? Probabilmente entrambe le ipotesi sono valide e ancora più probabile è l'interazione tra questi fattori. A tal proposito si possono distinguere tre tipi di senilità:
- senilità psicofisica, che riguarda le ripercussioni psicologiche delle modificazioni fisiche
- senilità sociale, legata alla cessazione dell'attività lavorativa e cambiamento di ruolo nella comunità
- senilità psichica, determinata dal profilo caratteriale e dai rischi relativi alla solitudine (come la depressione).
Le scienze biologiche descrivono l'inizio dell'invecchiamento nelle specie animali e nell'uomo come il periodo in cui si perdono le capacità riproduttive, si va incontro alla progressiva e irreversibile alterazione dei tessuti dell'organismo e al rallentamento delle funzioni col conseguente ammalarsi dell'individuo. Il punto di vista biologico si scontra con quella che è la realtà degli esseri umani.
Per quanto riguarda la fertilità, ad esempio, questa ha un limite ben preciso per le donne, la menopausa, mentre questo limite non è evidente per gli uomini portandosi spesso molto oltre quella che viene considerata vecchiaia nel senso comune del termine.
Anche per quanto riguarda il deterioramento di certe funzioni osserviamo spesso delle persone il cui invecchiamento è evidente solo su alcuni aspetti mentre su altri le loro prestazioni non si distinguono da quelle di soggetti più giovani.
L'invecchiamento, se da una parte è considerato impoverimento e perdita di alcune strutture e funzioni, dall'altra è anche conservazione e perfezionamento di altre. Possiamo dire che ogni persona, con il passare del tempo, va incontro a delle leggi naturali che governano i processi di invecchiamento, quali un deterioramento delle capacità di apprendere e memorizzare, ma anche la conservazione e l'affinamento di certi processi logici e concettuali. Al tempo stesso appaiono di grande rilevanza le variabili individuali, relative alle caratteristiche e alle esperienze di vita, che si evidenziano nella decadenza di quelle abilità meno utilizzate e nel consolidamento di quelle maggiormente esercitate.
Gli anziani e la creatività
Le attività creative non solo possono migliorare la qualità di vita delle persone anziane, ma da queste possono ricevere nuovi contributi vitali. Spesso, quando si parla di artisti "attempati" che ci stupiscono con i loro capolavori, si tende a parlare di "nuova giovinezza". Forse, invece, ad una attenta analisi si potrebbe descrivere il fenomeno come "raggiungimento della maturità".
Con l'andare avanti degli anni le opere tendono ad acquistare più intensità ed una maggiore risonanza interiore. Nella musica, per esempio, Giuseppe Verdi portò a compimento il "Falstaff" a 80 anni e i "Pezzi Sacri" a 85 anni. In campo cinematografico, non mancano registi le cui carriere si sono protratte per oltre mezzo secolo, come Charlie Chaplin o Alfred Hitchcook.
La danza sembra permettere una continua evoluzione, nonostante rappresenti una disciplina in cui il corpo (e quindi anche la sua decadenza) ha un ruolo preminente. I ballerini invecchiando, tendono a privilegiare alcune parti del corpo (come le braccia), che acquistano un' espressività impareggiabile. Tra gli scrittori spiccano Goethe che ultimò il "Faust" ad 80 anni e Sofocle che scrisse "Edipo a Colono" ad 89 anni. Nel campo delle arti figurative pittori come Tiziano, Goya e Monet hanno trovato con il procedere degli anni nuove modalità espressive.