Mania e disturbi bipolari
La mania è una condizione caratterizzata da euforia, iperattività, estroversione, estremo senso di benessere, ed illimitata fiducia in se stessi. Le persone maniacali possono parlare continuamente, mordersi le unghie, bere in modo smodato, fumare, masticare la gomma, mordersi l'interno della bocca. È difficile per loro fermarsi, possono essere attratte non solo dall'alcool, ma anche da oppiacei e barbiturici. Molte di queste persone sono in sovrappeso (soprattutto quelle più disturbate). Sono soggetti che si sentono felici, ma è molto difficile che conoscano la serenità.
La loro allegria ed energia sono contagiose, spesso raccontano barzellette, fanno gli imitatori, scherzano e ridono su tutto, risultando spesso esagerati e inadeguati. Non è raro che abbiano questo tipo di personalità i comici e gli umoristi. Sono coinvolte, come nella depressione, tutte le funzioni mentali.
La mania (o la maniacalità) può essere considerata l'altra faccia della depressione. Sembra che le persone con personalità ipomaniacali abbiano un'organizzazione depressiva, ma utilizzino contro questa la difesa del diniego
Freud sosteneva che depressione e mania avessero lo stesso contenuto, solo che nella depressione l'Io del soggetto ne viene sopraffatto mentre nella mania è l'Io che riesce a padroneggiarlo o a metterlo da parte. Freud descrive gli stati prototipici della mania come la gioia e il giubilo. Egli sostiene che essi si manifestino dopo che le energie che erano impiegate da qualcosa che faceva sentire l'Io costretto, sofferente, in difficoltà, vengono liberate. Questo accade ad esempio quando le persone d'improvviso vengono sollevate da grandi e gravi incombenze, si liberano da una o più pesanti preoccupazioni. In questi casi, l'energia che veniva utilizzata viene liberata e l'individuo "se ne riappropria" potendo di nuovo investirla.
Nelle personalità maniacali e ipomaniacali questo trionfo dell'Io è il più delle volte dato dal diniego ma non è infrequente che il diniego fallisca e la persona sperimenti degli episodi depressivi. Si parla in questi casi di disturbi bipolari o psicosi maniaco-depressiva.
Tipi di mania e disturbi bipolari
I disturbi bipolari consistono in una sindrome che presenta un'alternanza di episodi di depressione maggiore con episodi maniacali e/o ipomaniacali.
Un episodio maniacale è definito come un periodo di una settimana (o qualsiasi durata se è necessaria l'ospedalizzazione) di umore elevato, espansivo e irritabile nel quale sono stati presenti in modo persistente e significativo almeno tre dei seguenti sintomi (o quattro se l'umore è solo irritabile):
- autostima ipertrofica o grandiosità: è frequente che vengano raccontati fatti non corrispondenti al vero, circa la propria ricchezza, le proprie capacità, i propri successi in tutti i campi, dal lavorativo al sentimentale
- diminuzione del bisogno di sonno: il paziente non si sente mai stanco, possono bastare anche 3 ore di sonno perché sia pronto a ripartire con altre attività frenetiche
- spinta continua a parlare, estrema loquacità: vengono raccontate le cose più svariate, ricordi lontani affiorano alla coscienza e vengono narrati in un modo esaltato che spesso non li fa sembrare credibili anche in quei casi in cui lo siano
- fuga delle idee: l'ideazione è accelerata, la persona passa da un argomento all'altro in modo superficiale, anche solo per assonanza
- distraibilità: è praticamente impossibile far mantenere l'attenzione su un qualsiasi argomento con conseguenze sulla memoria recente
- aumento del coinvolgimento in attività finalizzate, agitazione psicomotoria: non essendo mai stanca la persona si muove continuamente e cerca continuamente nuove attività; non trovandone può spostare i mobili in casa o fare ripetutamente le stesse cose; aumentano le attività scolastiche, lavorative, sociali e sessuali
- eccesso di coinvolgimento in attività ludiche con potenziali conseguenze spiacevoli o dannose, di cui la persona non si rende conto: col suo ottimismo sfrenato la persona può intraprendere investimenti avventati, fare spese al di sopra delle proprie possibilità, importunare persone appena conosciute e avere dei comportamenti sessuali sconvenienti
Questa alterazione dell'umore presenta livelli di gravità tali da compromettere il funzionamento lavorativo, le attività sociali o le relazioni interpersonali. Può inoltre essere necessario un ricovero in caso di manifestazioni psicotiche o per proteggere il paziente o altre persone. I sintomi non possono essere ascrivibili ad effetti di sostanze (quali droghe o farmaci) o a condizioni mediche.
Un episodio ipomaniacale è definito come un periodo di umore elevato, espansivo e irritabile in modo persistente, che dura da almeno 4 giorni e che si distingue dall'umore abituale del soggetto (e non dall'umore depresso). Durante l'episodio si riscontra un cambiamento nel modo di agire solito della persona. Sia il cambiamento dell'umore che del modo di agire sono osservabili dall'esterno. Durante questo periodo devono essere stati presenti e persistenti almeno 3 o 4 dei sintomi già descritti per l'episodio maniacale. In questo caso, l'episodio non comporta una compromissione nelle aree lavorative o sociali e non è necessaria l'ospedalizzazione, inoltre non si presentano manifestazioni psicotiche. I sintomi non possono essere ascrivibili ad effetti di sostanze (quali droghe o farmaci) o a condizioni mediche.
Il disturbo ciclotimico viene diagnosticato quando per un periodo di almeno 2 anni siano stati presenti numerosi episodi ipomaniacali e numerosi episodi depressivi che non soddisfano i criteri per un episodio di depressione maggiore. I sintomi non devono essere stati assenti per più di due mesi.
Diffusione e trattamento
Diffusione
I tassi di prevalenza (cioè la percentuale di popolazione che viene colpita dal disturbo) si aggirano intorno all'1-1,7 per cento in un anno. La distribuzione è quasi uguale per maschi e femmine. Alcuni autori sostengono una preponderanza del sesso femminile. Il disturbo bipolare è un disturbo altamente ricorrente, infatti circa l'80 per cento delle persone che hanno avuto un episodio maniacale andrà incontro ad episodi futuri. Inoltre gli episodi, siano essi maniacali o depressivi si presentano con un'alta frequenza.
Il 20-30 per cento dei soggetti non riescono a tornare completamente funzionali e presentano difficoltà a livello interpersonale e lavorativo. I restanti, invece, al di fuori degli episodi riprendono un completo funzionamento. La mortalità è piuttosto elevata nei casi non trattati, essendo di 2-3 volte superiore a quella della popolazione generale. Circa la metà dei pazienti con disturbi bipolari durante la loro vita presenta anche abuso di alcool e di sostanze. Questo elemento è indicativo di una prognosi peggiore. Sono inoltre frequenti soggetti che soddisfano i criteri di altri disturbi come il disturbo schizoaffettivo, il disturbo borderline di personalità, il disturbo di panico, il disturbo ossessivo-compulsivo o il disturbo d'ansia generalizzata, che sono tutti disturbi di una certa rilevanza clinica, che necessitano di interventi specialistici e che possono compromettere il funzionamento lavorativo e sociale della persona colpita.
Trattamenti
Nonostante i trattamenti farmacologici rappresentino i trattamenti d'elezione per i disturbi bipolari, sta crescendo l'interesse nonché le dimostrazioni d'efficacia degli interventi psicologici, psicosociali e psicoeducativi. Uno dei problemi principali che si incontra nella cura di questi pazienti è lo scarso livello di collaborazione. Inoltre, anche quando i soggetti rispondono bene alla terapia farmacologica e dimostrano una buona collaborazione, non è possibile escludere le ricadute. Si è osservato che in un periodo di 2 anni una percentuale di pazienti compresa tra il 41 e il 60 per cento andrà incontro ad una ricaduta di tipo depressivo o maniacale. È stato inoltre rilevato come i pazienti con disturbi bipolari presentino una sensibilità molto simile a quella dei pazienti schizofrenici per quanto riguarda gli stressor ambientali. Questo è importante soprattutto per l'ambiente familiare, sottoposto ad un enorme stress. Gli studi hanno evidenziato come l'espressione di questo stress, un atteggiamento ipercritico o ipercoinvolto siano fattori predittivi di successive ricadute.
È importante dunque informare e formare il paziente e la sua famiglia sulle caratteristiche della malattia, sui sintomi indicatori di una ricaduta, su un adeguato stile di vita, nonché sulla gestione degli episodi depressivi (che sono meno rispondenti al litio). È auspicabile dunque che i pazienti siano sostenuti da una terapia farmacologica unita ad una psicologica.