Mal di schiena

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L'80% degli italiani ne ha sofferto almeno una volta nella vita, è infatti uno dei disturbi più diffusi (seconda causa di assenza per il lavoro). Si tratta del mal di schiena, una malattia spesso trascurata, ma in continuo aumento, perché il fumo, lo stress, la vita sedentaria e le posizioni scorrette in ufficio si ripercuotono immancabilmente sulla salute della colonna vertebrale incidendo profondamente sulla qualità della vita di chi ne è colpito.

La maggior parte delle persone impara a conviverci (sbagliato!), non ritenendolo il sintomo di una malattia, ma la conseguenza di uno stile di vita o dell'inevitabile processo di invecchiamento. Spesso il mal di schiena è un campanello d'allarme che può segnalare una malattia anche seria: soprattutto quando il dolore sopraggiunge senza motivo e si accompagna a perdita di peso e malessere generale.

Fortunatamente la maggior parte delle persone che ne sono colpite guarisce entro 2-4 settimane. Soltanto in una piccola percentuale di casi i sintomi diventano cronici. In alcuni casi, poi, si presenta all'improvviso e con intensità tanto forte da costringere all'immobilità: è il colpo della strega, una violenta contrazione muscolare che blocca la zona lombare della schiena causando fitte dolorosissime. Si scatena dopo uno sforzo o un movimento improvviso. All'origine c'è uno stato cronico di affaticamento dei legamenti o di un nervo, dovuto a diversi fattori, per esempio un'ernia del disco o un trauma precedente.

La colonna vertebrale non è "in forma", ecco perché abbiamo il mal di schiena. Quasi sempre dipende da una difficoltà di funzionamento di un muscolo, di un legamento, o del disco. Anche una piccola lesione può causare forte dolore alla schiena. La colonna vertebrale, però, è una delle strutture più forti del corpo umano, che deve assolvere a numerosi ed importanti compiti: dalla stabilità (sostiene il tronco, gli arti superiori e il capo), alla mobilità (consente tutti gli spostamenti del tronco e della testa) al contenimento (protegge il midollo spinale). Una struttura molto complessa, che è anche frutto dell’evoluzione: quando l'uomo ha perso la posizione a quattro zampe, la parte bassa della colonna ha dovuto subire una serie di adattamenti; anche l’avere poi oggi obbligato la parte bassa della schiena ad adattarsi alla posizione seduta ha ulteriormente aumentato i problemi. Per questo tutti soffrono, prima o poi, di mal di schiena.

Negli adolescenti

“Diversamente da quanto si possa pensare, la lombalgia è un disturbo invalidante che spesso colpisce anche gli adolescenti, con un impatto considerevole sulla salute in generale e sul rendimento scolastico”, commenta Leonardo Punzi, Presidente Hemove Onlus e Direttore UOC di Reumatologia presso l’Azienda Ospedaliera Università di Padova. “L’indagine che abbiamo condotto in alcuni Licei veneti nell’ambito di un programma educazionale e formativo sulla lombalgia, denominato “Progetto Colonna rappresenta il primo studio italiano svolto nelle scuole sull’argomento; i dati emersi sono sorprendenti e confermano quanto sia importante svolgere sui ragazzi un’opera di corretta educazione e prevenzione. Questa attività di divulgazione scientifica deve cominciare già in ambito scolastico, dove purtroppo alle lezioni di scienze si dedicano ancora poche ore”.

Esattamente come per gli adulti, anche gli adolescenti passano molto tempo nella stessa posizione, seduti fra i banchi di scuola e col rischio di posture scorrette. In questi casi, considerando anche la giovane età, è fondamentale un comportamento adeguato, grazie a informazione e prevenzione.

Per mal di schiena si intende un dolore più o meno intenso e continuo, localizzato nella regione lombare (lombalgia) o anche in corrispondenza dell'osso sacro (lombosacralgia); se è coinvolto il nervo sciatico, un nervo molto lungo che origina in corrispondenza delle prime vertebrali lombari e termina nel piede, il dolore interesserà anche i glutei e gli arti inferiori (lombosciatalgia). In questa sede si parlerà della lombalgia, della cervicalgia, del colpo della strega e dell'ernia del disco.

Lombalgia
Si tratta del mal di schiena più frequente insieme alla cervicalgia e può presentarsi sia nella forma acuta che in quella cronica. Nella forma acuta il dolore si presenta durante un movimento di estensione del tronco, per esempio mentre si solleva un peso da terra. Nella forma cronica, invece, il dolore si presenta a livello della zona lombare della colonna e si prolunga senza interruzione da almeno 6 mesi: colpisce il 5 per cento di chi è affetto da lombalgia, ossia il 4 per cento dell'intera popolazione (2 milioni di persone circa in Italia). Una caratteristica tipica di chi è affetto da lombalgia cronica è quella di "essere storti", ossia guardandosi allo specchio il paziente può riferire di "pendere" da un lato, una reazione naturale di difesa della muscolatura della schiena che tende a proteggere la parte dolente contraendosi intorno.

Cervicalgia
Questo dolore può presentarsi in modo acuto oppure lento e acuirsi con il tempo (forma cronica). Nel primo caso la persona lamenta un dolore improvviso e violento in una ristretta zona della nuca (torcicollo) che impedisce in genere la rotazione del corpo o verso destra o verso sinistra accompagnato a volte da forte nausea oppure, più raro, da vertigine, ronzio auricolare, agitazione e lieve confusione mentale. Quando è ad insorgenza lenta, invece, il dolore riferito è sordo e localizzato in un tratto cervicale della colonna e provoca dolore, per esempio, guardare in alto o indietro (come nelle manovre di retromarcia in auto). Talvolta ogni movimento del collo fa male ed il dolore può scomparire e ricomparire a brevi intervalli senza un riferimento preciso, oppure essere silente per molto tempo per poi riacutizzarsi improvvisamente.
Una variazione del dolore cervicale è la nevralgia cervico-brachiale, che presenta un interessamento delle radici nervose e provoca dolore alla nuca e al braccio, fino ad arrivare anche alla mano. Anche se le cause della cervicalgia possono essere diverse, le principali possono essere individuate nella sedentarietà e nella postura che si tiene nelle ore di lavoro (in particolare chi lavora con il computer). Per prevenire la comparsa di cervicalgie, quindi, è indispensabile controllare i fattori di rischio, cioè correggere la postura scorretta.

Colpo della strega
Non è raro che dopo uno sforzo particolarmente intenso si resti completamente bloccati con la schiena. Il colpo della strega è un dolore lancinante che arriva all'improvviso alla parte bassa della schiena, una lombalgia, che solitamente colpisce le persone tra i 30 ed i 40 anni. Sebbene la causa principale sia lo sforzo intenso, talvolta può anche arrivare dopo un colpo di freddo. Nella parte inferiore della spina dorsale fuoriescono i nervi spinali, quando per un movimento brusco o uno sforzo improvviso e mal controllato i nervi spinali si comprimono, danno quella particolare sensazione di dolore. A questa sensazione i muscoli rispondono con una contrazione che vanifica qualsiasi altro tentativo di movimento e si resta bloccati.
Solitamente, il colpo della strega dura all'incirca 3 giorni. Se dura di più di tre mesi, o se si ripete con grande frequenza, è meglio ricorrere allo specialista perché potrebbe esserci qualche altro problema che provoca una sensibilità maggiore dei nervi spinali ed una maggiore facilità alla contrazione dei muscoli.

Purtroppo, non ci sono cure che facciano guarire "subito" dal colpo della strega. Piuttosto, il trattamento si basa su cure lenitive del dolore ed antinfiammatori per sbloccare i muscoli. È importante, in questi casi, evitare di stare a letto, perché la stasi potrebbe peggiorare la situazione. È bene muoversi senza fare sforzi che coinvolgano i muscoli della schiena. Può anche essere utile fare dei massaggi per cercare di riprendere lentamente l'elasticità muscolare di prima. La prevenzione, compreso anche il modo in cui si sollevano pesi (flettendo le ginocchia e non incurvandosi) è quindi l'arma migliore.

Numerose sono le cause del mal di schiena e possono derivare dalla struttura ossea o da quella muscolare, anche se spesso disequilibri con dolori muscolari possono a lungo andare creare complicazioni ossee a cui seguono problemi muscolari. Tra le cause ossee è da ricordare l’artrosi, ossia una degenerazione delle articolazioni caratterizzata da usura.

Altra causa è l'ernia al disco. Per cause non ancora chiarite, infatti, può accadere che i legamenti subiscano dei cedimenti tali per cui non riescono a svolgere al meglio la loro funzione di contenimento permettendo così ai dischi di scivolare fuori dal loro posto (ernia) talvolta anche sotto l'impulso di sollecitazioni di solito considerate lievi (per esempio, alzarsi da una poltrona o sollevare una valigia). In genere l'ernia discale è più frequente a livello lombare (ultime vertebre), mentre è rara a livello dorsale e cervicale. Inoltre rappresenta la causa più comune di lombosciatalgia e di nevralgia cervico-brachiale (vedi tipi di mal di schiena).

Quando si presenta il mal di schiena, oltre alle cause ossee principali (artrosi ed ernia al disco), occorre considerare la struttura muscolare per individuare le cause del dolore. Il mal di schiena, infatti, nella maggioranza dei casi, è provocato dall'abitudine ad assumere le posture (posizioni del corpo) scorrette che sono colpevoli di queste disarmonie. Ecco allora il dolore, vero e proprio segnale di allarme che la schiena svolge con fatica il proprio lavoro. Stiratrici, operatori al computer, centralinisti, dentisti, commesse, camionisti, commessi viaggiatori, sono tutti lavoratori "a rischio" di mal di schiena di tipo muscolare. Ci sono tuttavia altre situazioni che predispongono al mal di schiena, come per esempio scoliosi e traumi.

I campanelli d'allarme

Ci sono alcune situazioni che mettono in guardia su alcuni movimenti "errati" che si stanno compiendo, e se il dolore si presenta in quei momenti è bene considerarlo un vero e proprio campanello d'allarme. Facciamo alcuni esempi:

  • alzandosi dalla sedia o dal divano, entrando o uscendo dall'auto;
  • facendo retromarcia in automobile, e il dolore si irradia lungo un braccio;
  • mentre si guarda in alto, con dolore alla nuca, vertigini e sensazioni di nausea;
  • la sensazione di peso sul collo e sulle spalle
  • durante starnuti e colpi di tosse, con una fitta dolorosa tra le scapole o alla parte lombare della colonna vertebrale;
  • durante la respirazione profonda, con la presenza di un dolore dorsale
  • portando alcuni pesi o raccogliendo qualcosa da terra si avverte "fatica" nella zona lombare;
  • al mattino lavandosi i denti o il viso, tornando nella posizione eretta.

Anche se il dolore alla schiena è legato a cause quasi sempre banali, però, la ricaduta è frequente. È proprio questo che rende fondamentale la prevenzione. È bene prestare attenzione agli atteggiamenti quotidiani, imparando cosa fare e cosa non fare. Specifici esercizi fisici per rinforzare la muscolatura addominale e paravertebrale e una postura corretta sono fondamentali per prevenire dolori e danni della colonna vertebrale, così come un adeguato controllo del peso.
Ecco alcuni consigli per una buona prevenzione:

  • quando si è seduti: portare bene indietro il bacino appoggiandosi allo schienale; mantenere la lordosi lombare, ossia quella curva della parte bassa della schiena che si ha quando si è in piedi; per leggere o scrivere inclinare il busto avanti a livello delle anche, poggiando i gomiti sul piano di lavoro;
  • quando si è in piedi: non rimanere fermi nella stessa posizione per lungo tempo; se possibile, appoggiare il bacino o la schiena ad un ripiano o ad un muro; allargare la base di appoggio distanziando i piedi; posare un piede su un appoggio, cambiando spesso il piede di sostegno; mantenere alla giusta altezza il piano di lavoro;
  • quando si sollevano pesi: piegarsi sulle gambe e portare bene indietro il bacino mantenendo la schiena diritta;
  • quando si dorme: si può posizionare uno o più cuscini sotto le gambe, sotto la pancia, sotto la schiena o sotto la testa e usare un materasso adatto;
  • quando si guida: mantenere una distanza dai pedali che consenta di appoggiare il bacino allo schienale; il sedile deve essere sufficientemente eretto da consentire di tenere le braccia piegate e le mani appoggiate comodamente sulla parte superiore del volante (alle "ore 10 e 10"); evitare di guidare a lungo senza pause.

Quando arriva il mal di schiena l'obiettivo principale è alleviare il dolore per consentire alla colonna vertebrale di riprendere a muoversi armoniosamente. Gioveranno in tal senso alcuni accorgimenti. Primo tra tutti il riposo a letto, che non deve essere però protratto per troppo tempo (massimo 1-2 giorni), per evitare che i muscoli della colonna perdano il loro tono; è consigliabile sdraiarsi con la schiena a contatto con un materasso piuttosto duro, tenendo le cosce piegate verso l'addome e le gambe sollevate con dei cuscini.

È bene poi applicare subito la borsa del ghiaccio all'insorgere dell'attacco, sulla zona dove il dolore è più forte (15 minuti per 3-4 volte al giorno): trascorse le prime ore, sono invece preferibili un cauto massaggio e l'applicazione di una fonte di calore.

Qualora il medico lo ritenesse necessario, per alleviare il dolore si può seguire il trattamento farmacologico, a base di antidolorifici e/o antinfiammatori. Tutti questi farmaci devono essere prescritti con cautela in quanto gli antidolorifici non agiscono tutti nello stesso modo e viceversa non tutte le persone reagiscono a loro adeguatamente.
Un altro rimedio contro il mal di schiena prevede l'assunzione di farmaci miorilassanti, in grado di "sciogliere" la contrattura dei muscoli paravertebrali e di ridurre in tal modo il dolore e la difficoltà nei movimenti.
La scomparsa del dolore non significa ovviamente aver risolto per sempre il problema, soprattutto quando il mal di schiena è di origine cronica.

Oltre alla prevenzione del mal di schiena basata su una corretta informazione del cosa fare e non fare per evitare atteggiamenti "a rischio", è bene ricordare che praticare una corretta attività fisica è fondamentale soprattutto per chi soffre spesso di mal di schiena. L'attività motoria, infatti, migliora la prestazione dei muscoli impegnati nei movimenti della colonna vertebrale rendendoli più elastici, più forti e più resistenti. È bene comunque consultarsi con il proprio medico per decidere insieme qual è l'attività che più si adatta a voi.

L'attività fisica

Una colonna vertebrale dolente è una colonna irritata e sicuramente non va sforzata con movimenti bruschi e intensi (per esempio sollevare pesi) o esercizi inadatti. Quando il dolore non è acuto e consente una discreta capacità di movimento è bene continuare a muoversi e a svolgere, per quanto è possibile, le proprie attività quotidiane. Il movimento, infatti, non soltanto non peggiora la situazione, ma stimola più velocemente i processi di recupero e soprattutto aiuta sia psicologicamente sia fisicamente a sopportare meglio il dolore.

Chi soffre di mal di schiena, spesso è restio a muoversi e ad assumere alcune posizioni specifiche, soprattutto per la paura di accentuare il dolore. Ma se il disagio non è eccessivo tanto da limitare i movimenti, si può continuare a svolgere l'attività fisica magari prevedendo riposi più frequenti, ma soprattutto occorre evitare tutte quelle posizioni e tutti quegli esercizi che provocano fastidio o dolore. È necessario aumentare, almeno durante il periodo critico, la realizzazione di esercizi finalizzati alla decontrazione e al rilassamento della muscolatura interessata e alla decompressione delle strutture articolari coinvolte, attraverso posizioni ed esercizi specifici.

Ecco alcuni consigli utili:

  • continuare a svolgere, per quanto è possibile, le proprie attività quotidiane;
  • iniziare a praticare un esercizio fisico di tipo generale prima possibile: per esempio camminare o nuotare;
  • arrivare gradualmente a fare esercizio fisico per 30 minuti di seguito;
  • controllare lo sforzo attraverso il monitoraggio della frequenza cardiaca.

Se il dolore alla schiena è cronico, la scelta dell'attività fisica è subordinata al tipo di problema, alla sua gravità e alla possibilità e capacità di recupero personale. L'orientamento generale è quello di far praticare sempre e comunque con continuità un'attività fisica che piaccia, che possa essere svolta senza particolari difficoltà e che non provochi fastidi e/o dolori. Tali fattori, infatti, sono fondamentali nel garantire una pratica motoria costante e regolare nel tempo.

Quando rivolgersi al medico

Se entro 2-3 giorni il dolore non accenna a diminuire (sono necessarie almeno 2-3 settimane perché scompaia del tutto!) ma anzi si fa sempre più intenso, particolarmente durante la notte, è bene consultare il medico, perché la lombalgia potrebbe essere il sintomo di un problema più grave. Altri possibili sintomi d'allarme associati al dolore sono: la febbre (oltre i 37,5 °C), i formicolii, la perdita di forza o la difficoltà nei movimenti degli arti inferiori, la perdita involontaria di urine o feci (incontinenza), i dolori o le pulsazioni addominali.

Il consulto medico è necessario anche quando il mal di schiena tende a ripresentarsi con troppa frequenza, e quando il dolore "cronico" non risponde più alle terapie o tende ad aggravarsi.