Vaccinarsi contro l'influenza

Ogni anno con l'arrivo dell'autunno ritornano anche le raccomandazioni di rito degli esperti: vaccinatevi in tempo per evitare di essere contagiati dall'influenza. Vaccinarsi è il modo migliore di prevenire e combattere l'influenza, sia perché aumentano notevolmente le probabilità di non contrarre la malattia, diventando immuni, sia perché, in caso di sviluppo di sintomi influenzali, questi sono molto meno seri e, generalmente, non seguiti da ulteriori complicazioni. Il vaccino è utile e raccomandato soprattutto ai pazienti a rischio, per esempio i bambini, gli anziani, le persone affette da malattie croniche, ma anche chi svolge professioni a contatto con la gente (più esposti al contagio). Il vaccino assicura un'elevata protezione limitata però a soli 6-12 mesi: pertanto la vaccinazione deve essere ripetuta ogni anno perché i virus influenzali si modificano di continuo. Il vaccino antinfluenzale è costituito da virus uccisi, appartenenti ai ceppi responsabili delle epidemie più recenti. Negli adulti è sufficiente in genere una sola iniezione ed occorrono circa 4 settimane per ottenere il massimo effetto: per questo motivo il periodo di vaccinazione consigliato va da ottobre a fine novembre. Il vaccino non ha effetti collaterali di rilievo. In Italia, attualmente, diverse categorie beneficiano gratuitamente della vaccinazione.

Quali vaccini?

I vaccini antinfluenzali attualmente disponibili sono costituiti dal virus intero inattivato con formalina, dagli split virus (virus che dopo l'inattivazione vengono "spezzettati") ottenuti con detergenti o sostanze chimiche che frammentano il virus, e dal vaccino a subunità (contiene solo gli elementi superficiali del virus, ossia gli antigeni di membrana). La composizione dei vaccini antinfluenzali inattivati viene determinata ogni anno sulla base dell'antigenicità dei virus influenzali isolati da una rete di sorveglianza mondiale coordinata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. L'antigene è quella sostanza che, introdotta nell'organismo, sia capace di provocare la formazione di anticorpi specifici e di indurre una risposta immunitaria. Il vaccino antinfluenzale inattivato è altamente immunogeno, in grado cioè di indurre una reazione immunitaria. Riduce infatti:

  • l'incidenza della malattia del 30-70%
  • le complicazioni del 70-90%
  • l'ospedalizzazione del 50-70%.

La somministrazione è per via intramuscolare e, in tutti coloro con età superiore ai 12 anni, l'iniezione va effettuata nel muscolo deltoide (braccio), mentre per i più piccoli è consigliato il muscolo antero-laterale della coscia.

Chi vaccinare

Il Ministero della Salute raccomanda la vaccinazione alle persone con età pari o maggiore ai 65 anni, a coloro che sono in stretto contatto con anziani, a tutte le persone a rischio di complicazioni secondarie a causa dell'età o di particolari malattie.Infine la vaccinazione è raccomandata per tutti coloro che svolgono funzioni lavorative di primario interesse collettivo o che potrebbero trasmettere l'influenza a persone ad alto rischio di complicazioni (ad esempio medici ed infermieri). La vaccinazione è invece sconsigliata a chi è allergico alle proteine dell'uovo, anche se nel vaccino sono presenti in quantità minima (il vaccino viene prodotto utilizzando uova embrionate di pollo).

Vaccino sì
Il vaccino è fortemente raccomandato per:

  • persone di età pari o superiore a 65 anni
  • bambini e adulti affetti da: malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio (inclusa la malattia asmatica), circolatorio, renale, ovvero altre severe malattie che aumentino il rischio di complicazioni; malattie degli organi che producono il sangue; diabete ed altre malattie di alterazione del metabolismo; sindromi da malassorbimento intestinale; fibrosi cistica: malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, inclusa l'infezione da HIV; malattie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici
  • bambini reumatici soggetti a ripetuti episodi di malattia che richiede prolungata somministrazione di acido acetilsalicilico e a rischio di sindrome di Reye in caso di infezione influenzale.

Il vaccino è opportuno, ai fini di interrompere la catena di trasmissione, per alcune categorie di persone:

  • personale sanitario di assistenza
  • familiari di soggetti ad alto rischio
  • addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo: insegnanti delle scuole dell'infanzia e dell'obbligo, addetti alle poste, dipendenti della pubblica amministrazione e della difesa, forze di polizia, volontari dei servizi sanitari di emergenza, personale di assistenza nelle case di riposo.

Infine, dovrebbero vaccinarsi coloro che appartengono a una particolare categoria lavorativa, ovvero il personale che per motivi di lavoro è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali: detentori di allevamenti, addetti all'attività di allevamento, addetti al trasporto di animali vivi, veterinari pubblici e libero-professionisti.
La protezione di queste persone ha l'obiettivo di evitare fenomeni di riassortimento genetico tra virus influenzali umani ed animali (nel corso di co-infezioni), da cui potrebbero avere origine nuovi ceppi dotati di potenziale pandemico.
A causa dell'impegno immunitario durante l'infezione influenzale, le donne gravide possono andare incontro a complicazioni a carico del sistema cardio-respiratorio con conseguenti danni al feto. Per tali motivi si consiglia la vaccinazione durante la stagione influenzale alle donne che si trovano al secondo o terzo trimestre di gravidanza. Il vaccino è consigliato anche per le persone sieropositive al virus dell'AIDS per evitare le complicazioni derivanti dall'influenza.

Vaccino no
Fare il vaccino è sconsigliato a:

  • chi è allergico alle proteine dell'uovo o ad altri componenti del vaccino
  • nei neonati e nei bambini, a meno che non siano presenti serie malattie
  • alle persone che a dosi precedenti hanno sofferto di anafilassi, una grave manifestazione allergica.

Le persone che invece soffrono di manifestazioni allergiche minori, compresa la dermatite atopica e l'asma, possono eseguire le vaccinazioni. In generale, i vaccini che vengono utilizzati di routine non comportano rischi maggiori di quelli invece associati all'influenza. Le controindicazioni e le situazioni nelle quali agire con precauzione sono di conseguenza pochissime.

Perchè vaccinarsi

La vaccinazione delle persone a rischio permette la prevenzione dell'alta frequenza di complicazioni e di ricoveri riducendoli del 70-80%. L'obiettivo primario della vaccinazione restano gli anziani e gli altri gruppi a rischio, più suscettibili all'infezione e nei quali più frequenti sono le complicazioni. La vaccinazione è utile anche per tutti gli altri, anche se non hanno un rischio di incorrere nelle complicanze importanti di questa malattia. L'influenza, si sa, costringe a stare a letto per alcuni giorni con febbre e altri disturbi.
E questo comporta l'interruzione delle attività quotidiane come andare a scuola o al lavoro. In questo caso la vaccinazione negli adulti sani riduce gli episodi di malattie delle vie aeree superiori, i giorni lavorativi perduti e le visite per malattie respiratorie da parte dei medici di famiglia. Oltre a difendere l'individuo dall'attacco del virus, serve anche per bloccare la sua circolazione e quindi la diffusione del virus.
L'efficacia dei vaccini, attualmente disponibili, nel prevenire l'influenza è del 70-90% nei giovani adulti, ma è un po' inferiore negli anziani e nei soggetti il cui sistema immunitario è già debilitato. Tra gli anziani che vivono al di fuori di strutture di lungodegenza o case di riposo, il vaccino antinfluenzale ha un'efficacia del 30-70% nel prevenire l'ospedalizzazione per polmonite e per influenza.
Tra i residenti di case di riposo, invece, il vaccino antinfluenzale è più efficace nel prevenire un decorso più grave della malattia; in particolare, il vaccino può avere un'efficacia del 50-60% nel prevenire l'ospedalizzazione o la polmonite, anche se l'efficacia nei confronti dell'influenza è solo del 30-40%.

Quando vaccinarsi
Il periodo più indicato per la vaccinazione va da ottobre a fine novembre, ossia nel periodo immediatamente precedente la diffusione della malattia. Si sconsiglia generalmente di vaccinarsi con molto anticipo perché l'immunità data da questo vaccino diminuisce nell'arco di 6-12 mesi e, quindi, si potrebbe rischiare di essere solo parzialmente protetti nel periodo più rischioso (dicembre-febbraio).

Le campagne di vaccinazione
Le Autorità Sanitarie di tutto il mondo ogni anno predispongono adeguate misure di prevenzione nei riguardi dell'influenza, malattia altamente contagiosa e responsabile di gravi complicazioni. Anche in Italia prende il via ogni anno tra ottobre e novembre la Campagna di vaccinazione antinfluenzale promossa dal Ministero della Salute. Ma sono ancora pochi, fra le categorie a rischio, i vaccinati. Basti pensare che si vaccina solo un diabetico su due. Ci si può vaccinare dal proprio medico di famiglia o presso i servizi territoriali di prevenzione. Gli altri possono comprarlo in farmacia con la prescrizione del proprio medico.

Effetti indesiderati

Il vaccino non provoca generalmente effetti collaterali di rilievo. In alcuni casi si possono manifestare lievi reazioni cutanee locali (arrossamento, gonfiore) di breve durata (massimo 48 ore). Soprattutto quando ci si vaccina per la prima volta, è possibile che, a distanza di 6-12 ore dalla vaccinazione, compaiano sintomi di tipo influenzale (febbre, dolori muscolari, mal di testa, brividi) che durano 1-2 giorni. Le reazioni allergiche immediate (orticaria, angioedema, ossia un rigonfiamento diffuso del tessuto sottocutaneo e delle mucose, asma) sono generalmente dovute ad ipersensibilità alle proteine dell'uovo, contenute nel vaccino in quantità minime.

Precauzioni
La vaccinazione deve essere rinviata in caso di sindromi influenzali. Nelle persone con malattie autoimmuni il vaccino antinfluenzale va somministrato solo dopo attenta valutazione del rapporto tra rischi e benefici. Il vaccino antinfluenzale può essere somministrato contemporaneamente al vaccino antipneumococcico senza alcuna diminuzione di efficacia o pericoli di tossicità.

I numeri della vaccinazione in Italia
In Italia, i dati sulla vaccinazione antinfluenzale della stagione 2019/2020 mostrano, nella popolazione generale, un aumento delle coperture che passano da 15,8% della stagione precedente al 16,8% dell’ultima stagione. Negli anziani, soprattutto, si osserva, a partire dalla stagione 2015/16, un costante aumento della copertura, che si attesta al 54,6%.